Medio Oriente

martedì 24 marzo 2015

KwaZulu-Natal - Zululand




“KwaZulu” significa terra degli zulu mentre il nome “ Natal” gli viene dato da Vasco de Gama (o Vasco da Gama), esploratore portoghese, che giunse per primo su quelle coste il 25 dicembre 1497. Si tratta della provincia più popolosa del Sudafrica. 
E’ qui che si trova Thanda, la riserva nella quale sono stata l’altra volta ed è qui che è iniziato anche questo viaggio. Sono arrivata il 9 marzo con mia madre e, tramite quel pò di conoscenze che avevo della zona, siamo riuscite a fare le turiste nel modo migliore possibile (o quasi) e siamo entrambe entusiaste. 
Questa regione dai paesaggi mozzafiato, poco frequentata (direi quasi sconosciuta) dai turisti Italiani che scelgono, facendosi consigliare dai tour operator, circuiti più “classici” come ad esempio il parco nazionale Kruger, meriterebbe molta più considerazione. Adatta a tutti i portafogli, si possono trovare lodge extra lusso come piccole pensioni a prezzi contenutissimi e  anche campeggi da tutte le parti. 
Come dicevo, siamo arrivate il 9 marzo sera all’aeroporto di Durban, la città più grande del KZN nonché una delle più grandi di tutto il Sudafrica. Da lì, dopo tre ore di macchina, ci siamo recate in una cittadina chiamata Mkhuze e siamo crollate sui nostri rispettivi letti. Oltre alla distruzione provocata da un viaggio lunghissimo c’era anche l’influenza scoppiata subito prima di partire da Roma e che ha messo KO la mia povera mamma. I primi due giorni sono stati tranquillissimi e lei si è comportata come una specie di supereroe riprendendosi molto più velocemente di quanto fosse umanamente possibile.
La cosa più emozionante di queste primissime giornate è stato un lungo giro in barca in un lago chiamato Jozini, frequentatissimo da pescatori appassionati che sfidano, con le loro canne da pesca, gli aggressivissimi Tiger fish. Il lago, oltre alla fauna subacquea, ospita anche numerosi coccodrilli ed ippopotami. Ma la scena più bella che ci è capitata è stata imbatterci in un’orda di circa cinquanta elefanti che erano venuti a farsi il bagno vicino ad una mandria di vacche, che se ne stava lì a pascolare. 


Mucche ed elefanti al lago Jozini 
Vaches et éléphants au lac Jozini 

Dopo Mkhuze, ci siamo spostate a St Lucia, paesotto dove già ero stata e di cui avevo accennato qualcosa qui. Il lago di St Lucia, che prima era un estuario e che ora non ha più accesso al mare, ospita diverse centinaia d’ippopotami e coccodrilli.


Ippopotami dormono nel lago di St Lucia
Des hippopotames dorment dans le lac de St Lucia


La sera, gli ippopotami vengono nel villaggio per mangiare erba fresca e bisogna stare più che in campana, visto che è l’animale che uccide più esseri umani in tutta l’Africa. Potrebbe sembrare lento visto che è tozzo e con le zampette corte, ma è velocissimo ed estremamente aggressivo con   chi lo disturba mentre mangia. 
L’iSimangaliso Wetland Park, patrimonio mondiale dell’UNESCO, di cui fa parte St Lucia, e che in lingua zulu significa “una meraviglia”, è un parco nazionale di 3280 km quadri e arriva fino alle coste del Mozambico. Nel parco vi sono otto diversi ecosistemi indipendenti tra cui dune forestali alte fino a 180 metri, spiagge incontaminate con barriere coralline, paludi e savana. Da giugno a novembre è possibile avvistare le balene che utilizzano quella rotta per migrare dall’Antartico verso mari più caldi, mentre da novembre a febbraio si possono osservare gigantesche tartarughe marine che depongono le uova sulle stesse spiagge dove sono nate a loro volta. 
Dopo tre giorni passati a St Lucia, ci siamo spostate nel bush Sudafricano, in un posto chiamato Leopard Mountain. Due giorni dedicati solo agli animali e alle uscite in macchina all’alba e al tramonto per cercare di avvistarli. Chi mi conosce sa che questo è l’ambiente che preferisco. Mi piace tutto! Suoni, odori e colori non mi stancano mai. 
Tra leoni, antilopi, giraffe, rinoceronti, e panorami mozzafiato, ci siamo fatte cullare dalla tranquillità di quel posto magico senza farci però mancare momenti di pura adrenalina “animalesca” prima di ripartire verso Città del Capo. 

Mamma Facocero con il suo cucciolo
Maman phacochère avec son petit 

Notre voyage a commencé au KwaZulu-Natal, la région la plus peuplée d’Afrique du Sud. “KwaZulu“ signifie terre des Zoulous et c’est ici que ce peuple est le plus nombreux. J'y suis venue en octobre 2013 comme volontaire; aujourd'hui je suis une heureuse touriste qui voyage avec sa mère, essayant de profiter au maximum de cette région qui, j'en ai eu la confirmation définitive, est magique.  
Notre avion a atterri à l’aeroport de Durban (la ville la plus grande du KZN, et la deuxième ville plus peuplée après Johannesburg) le 9 mars soir. Nous sommes montées dans la voiture d’un adorable monsieur qui parlait anglais avec un très fort accent Afrikaans, et c’était parti pour trois heures de route supplémentaires jusqu’à une petite ville nommée Mkhuze. 
A' Mkhuze, les deux premiers jours, nous nous somme bien reposées. Il faut préciser que ma mère était partie de Rome avec une vilaine grippe et nous avions vraiment peur qu'elle soit obligée de rester au lit pendant une grande partie de notre séjour, donc pas trop d'activités en ce début de voyage. Heureusement, elle a vite réagi et cela nous a permis, lors de notre troisième jour, d'assister à une scene incroyable. Nous avions décidé de faire un tour en bateau sur un lac appelé Jozini. Ce lac est très connu et fréquenté par les pêcheurs, à cause d'un poisson qui s'appelle "tiger fish". Ce poisson  au gout apparemment dégueulasse, est tellement agressif et gros (il peut atteindre 1,70m et peser jusqu'à 45 kg) qu'il est pêché uniquement pour des raisons sportives car il est, la plupart du temps, remis en liberté. 
Au-delà de la faune aquatique, il y a un grand nombre d'animaux terrestres qui fréquentent le lac comme beaucoup de crocodiles et d'hippopotames. C'est au bord de ce lac que nous avons eu une magnifique surprise: une horde d'environs cinquante éléphants se baignant à coté d'un troupeau de vaches. Voir des éléphants jouer et nager est difficile à raconter. Chaque individu raconte sa propre histoire et ils sont capables de transmettre des émotions dont il faut être le témoin direct pour y comprendre quelque chose. 
Après Mkhuze nous nous sommes dirigées vers le village de St Lucia, tout près de l'océan indien. 
Le lac de St Lucia, qui était un estuaire jusqu'à il n'y a pas longtemps, aujourd'hui n'a plus d'accès à la mer et fait partie du parc de la zone humide d'isImangaliso


Bufalo nell'iSimangaliso Wetland Park
Bufle dans le parc de la zone humide d'iSimangaliso
Nelson Mandela disait: « ISimangaliso doit être le seul endroit sur Terre où le plus ancien mammifère terrestre, le rhinocéros, et le plus grand mammifère terrestre, l'éléphant, partagent un écosystème avec le plus ancien poisson, le cœlacanthe, et le plus grand mammifère marin, la baleine. »
Dans le parc il y a huit différents écosystèmes: de longues plages, des dunes côtières hautes jusqu'à 180 mètres, des systèmes lacustres, des mangroves, des marais, de la savane, etc. 
De juin à novembre il est possible de croiser les baleines qui migrent de l'antarctique vers des mers plus chaudes, tandis que du mois de novembre à celui de février, d'énormes tortues de mer viennent déposer leurs oeufs sur les plages attirant beaucoup de touristes. 
Dans le village de St Lucia, une fois le soleil tombé, il faut être particulièrement vigilants car de nombreux hippopotames sortent du lac et viennent se nourrir dans les jardins privés ou publics. 
L'hippopotame, qui a l'air d'être un animal tranquille et paisible, est en réalité le plus grand killer parmi tous les animaux africains. Malgré son poids et ses petites pattes courtes, il court très vite, beaucoup plus rapidement que nous. 
La fin de la semaine nous l'avons passée dans un merveilleux lodge qui s'appelle Leopard Mountain 

La vista dal Leopard Mountain lodge
La vue depuis le Leopard Mountain lodge


Avec plusieurs "game drive" par jour, difficile de ne pas avoir de bonnes surprises et la photo qui suit en est un exemple!


Leoni banchettano con un facocero appena ucciso
Des lions mangent un phacochère qu'ils viennent de tuer


P.S.: I vostri commenti sono i più che graditi e incoraggianti. Per favore scrivetemi ma ricordate sempre di firmare!
P.S.: S'il vous plait, écrivez-moi des commentaires en signant à la fin. 



martedì 17 marzo 2015

Parte seconda - Introduzione

Riprendere un blog di viaggio, quando di viaggi nel frattempo se ne sono fatti tanti altri, e quando si è troppo pigri per averne descritto almeno uno bene (è vero che spesso la tecnologia rema contro rendendo tutto più difficile, eh!), non è per me cosa semplice. E’ un impegno molto più grosso di quello che sembra. Bisogna raccogliere - a mente fredda -  ricordi a breve termine, elaborandoli  e trovando le parole per trasmetterli in un modo più o meno lucido e sensato, quando nella propria testa è tutto ancora un po' fumoso e confuso. 
Avevo interrotto tutto a Thanda (che, by the way, era anche dove avevo incominciato) quando mi mancavano ancora diverse settimane e quando questo blog era da considerarsi ancora un neonato, c'erano poche speranze di farlo ripartire.  
Dov’era il blog quando sono stata in Rwanda o in Viet Nam? Non meritavano quei viaggi di essere raccontati? Certo che sì, ma per queste cose bisogna avere la testa, il cuore e, soprattutto l’organizzazione mentale e la voglia di condividere. La verità è che in quei momenti a me non andava. Me li sono vissuti in forma privata, erano tutti per me, per le persone che con me condividevano le stesse esperienze o che incontravo iì per lì, e il piccolo blog dai pochi post era bello che morto e defunto. 
E allora perché adesso? Perché questa  è la mia rivincita e la spiaccico per bene su tutti gli occhi che mi vorranno leggere. Sono tornata dove tutto ha avuto inizio e finché ne avrò voglia e finche internet mi assisterà, beh, io ci provo. 
A questa sfida se ne aggiunge un’altra perché ho intenzione di scriverne una parte in francese e questo comporta più lavoro, più confusione e sicuramente molti più errori, ma spero verrò perdonata.  Non tradurrò letteralmente dall’italiano al francese, o viceversa, ma il senso sarà molto simile. A volte sarà più lunga una versione, a volte un’altra. Questo “pippone” però, mi dispiace dirvelo, ve lo siete sorbito voi italiani!
Decidere di cosa scrivere e, soprattutto, di cosa non scrivere questa è forse la parte più difficile. 
Proverò a fare un breve riassunto di quello che mi è capitato nei giorni precedenti alla pubblicazione di ogni post soffermandomi, eventualmente, su aneddoti o avvenimenti interessanti o divertenti. 
Questo è il mio terzo viaggio in Sudafrica; il primo era vent’anni fa precisi e non so se conta. Ciò di cui sono certa, però, è che amo questo paese e spero di descriverlo nel modo più rispettoso e fedele possibile. 
Per quanto riguarda le foto che pubblicherò, sono tutte foto da me scattate, la maggior parte con la reflex e, a volte con uno smartphone. Purtroppo non ho gli strumenti con me per fare una post produzione delle immagini come si deve. Dallo schermo del mio piccolo computer non si capisce granché, soprattutto per quanto riguarda i colori. Ce ne saranno di belle e di meno belle ma, come al solito, saranno tutte scattate con amore. Quindi beccatevele così come vengono.
E’ giunto il momento di ammorbare i francesi. 
Vi abbraccio e alla prossima,




J’aime tellement l’Afrique du Sud que j’ai décidé d’y venir pour la troisième fois. 
La première était il y a exactement vingt ans avec ma maman. J’étais une petite adolescente qui ne comprenait rien, en pleine rébellion contre tout et tous, mais je suis tombée amoureuse de ce pays dés que j’y ai mis les pieds. J’ai du attendre dix huit ans et demi pour y revenir comme volontaire dans une réserve privée qui s’appelle Thanda, dans la région du Kwa Zulu Natal, au nord est du pays, tout près de la frontière avec le Swaziland et le Mozambique. J’y suis restée presque deux mois en adhérant à un projet de recherche qui s’occupait surtout de lions et d’éléphants sauvages. Nous devions les suivre, passer beaucoup de temps avec eux et étudier leur comportement. 
Les moments que j’ai vécu là-bas étaient pure symbiose avec la nature et, même si des fois c’était un peu dur, et très physique car nous aidions aussi dans l’entretien et la conservation de la réserve, je l’ai toujours vécu comme un cadeau et un enorme privilège. 
Ce blog est né lors de cette expérience. Malheureusement je ne l’ai pas continué jusqu’au bout car la connexion internet était pénible et j’en ai eu marre trop tôt, alors que j’aurais du avoir plus de patience. 
Mais voilà que mon “greater flamingo” a une deuxième chance de revivre. Je vais essayer de trouver les paroles pour faire de courts résumés de mon nouveau voyage en privilégiant, s’il y en aura, des anecdotes plus intéressantes ou drôles. 
Je m’excuse pour les fautes que vous trouverez en lisant le blog. Les francophones sont invités à les corriger. 
Les photos que je publie ont toutes été prises par moi-même, certaines avec un reflex, d’autres avec un smart phone. Je n’ai pas vraiment la possibilité de faire une post production comme il faut. J’utilise un petit ordinateur portable et les couleurs ne sont pas fiables. Je ne sais pas du tout ce que cela va donner mais, en tout cas, qu’elles soient belles ou pas (publier des chefs-d’oeuvre n’est pas dans l’esprit du blog et loin de mes talents de photographe), elles sont toutes prises avec le coeur. 
A’ la prochaine, avec le début d'une nouvelle histoire.


Alessandra


P.S.: I vostri commenti sono i più che graditi e incoraggianti. Per favore scrivetemi ma ricordate sempre di firmare!
P.S.: S'il vous plait, écrivez-moi des commentaires en signant à la fin. 

domenica 10 novembre 2013

Drakensberg e Thanda - 3° e 4° settimana


La terza settimana non è stata particolarmente eccitante a causa della pioggia che ha reso le strade impraticabili, costringendoci a rimanere a casa la maggior parte del tempo. 
Eppure sembrava che la settimana potesse iniziare bene visto che il tempo era sta bello durante quasi tutto il week-end - alla faccia dei meteorologi che non avevano indovinato neanche una previsione - e la cosa ci sembrava di buon auspicio per la settimana successiva. Invece i temporali sono arrivati, con qualche giorno di ritardo, ma sono arrivati. 
Vorrei spendere due parole sul fine settimana che ho appena citato, ovvero quello a cavallo tra la seconda e la terza settimana. Sono stata in montagna, in un posto bellissimo chiamato Drakensberg (i monti dei Draghi), una grande catena montuosa del Sudafrica con vette che superano i 3000 m di altitudine. 
Questa non è una meta conosciuta e frequentata da turisti europei o americani ma è amatissima dai sudafricani, e hanno ragione. I paesaggi sono mozzafiato e completamente diversi da quello che ci si può aspettare da un viaggio in Africa. Tre giorni bellissimi tra alberi di protea in fiore, cascate, antilopi e babbuini. 
Non mi voglio dilungare su questo argomento ma ci tengo a suggerire a chi ama la montagna, il trekking e la natura in generale di approfondire la cosa e di prenderla in considerazione come tappa per un viaggio futuro. Ne vale la pena davvero.

panorama nelle Drakensberg

Dopo tre giorni in paradiso sono tornata a casa, a Ulwazi lodge, nella sempre bella riserva di Thanda. 
Un'assenza così breve ma abbastanza lunga da far cambiare completamente il paesaggio. Non so se queste cose succedono solo in Africa oppure no ma la natura mi ha spiazzata di nuovo. La terra che prima era nuda adesso è ricoperta da una soffice erbetta e improvvisamente è diventato tutto di un verde intenso e brillante.  Le aree bruciate dall'incendio di qualche settimana fa sono ormai irriconoscibili e l'erba che vi cresce sopra è particolarmente nutriente, per la gioia degli erbivori che sono pazzi di gioia. Non tutto il male viene per nuocere. 

La terza settimana non è stata caratterizzata da nessun avvenimento significativo. Ho festeggiato il primo Halloween della mia vita, così vanno le cose quando si è circondati da anglosassoni. 
Mi sono divertita molto perché il tempo ha reso la festa molto suggestiva, al limite dell'inquietante. I nostri coordinatori avevano organizzato una cena a tema e, a seguire, diversi giochi carini. Nel frattempo fuori c'era una tempesta incredibile, la corrente è saltata e abbiamo passato tutta la serata a lume di candela. Sembrava fatto apposta, la scenografia perfetta per il 31 ottobre. 

notte di Halloween

Al contrario della terza, la quarta settimana è stata densa di avvistamenti di animali. Abbiamo visto elefanti bere e farsi il bagno alla pozza per tre giorni di seguito e poi di nuovo tanti leoni. Ma la cosa più emozionante per me è stata vedere i ghepardi, un sogno che finalmente si avvera. Era dal mio primo viaggio in Sudafrica, diciotto anni fa, che aspettavo questo momento. Dopo tre settimana di attesa e delusioni finalmente ci sono riuscita. 
Nella riserva ci sono cinque ghepardi: due fratelli adulti (sono inseparabili, si spostano sempre insieme) e una mamma con due cucciole. Questa settimana gli ho visti tutti e cinque e sono talmente contenta che sono quasi riuscita a dimenticare tutte quelle orrende creature che popolano il lodge. Non sto parlando dei miei compagni di avventura (che invece sono simpatici!) ma d'insetti schifosi e giganti, ragni di tutti i tipi, scorpioni e serpenti. E poi ci sono i gechi che vivono in camera mia, che sento scorrazzare e squittire come topolini per tutta la notte e che producono una quantità di escrementi inverosimile. Questo è decisamente il lato poco piacevole del mio soggiorno sudafricano ma non è l'unico. Trattandosi di volontariato a volte dobbiamo fare cose utili ma non proprio divertentissime. Qualche esempio? Togliere erbacce aliene per tutta la mattina con piccone e machete,  oppure pulire il boma (dove prima c'era un leone) da escrementi e ossa in decomposizione con ancora brandelli di carne attaccati, o ancora dare una ripulita al boma dei bufali. Ci sono momenti nei quali la cosa che più desidero è la doccia di casa mia a Roma. Qui l'acqua è preziosa e ci si lava in piedi dentro una bacinella  per non sprecare l'acqua che servirà a riempire  lo sciacquone del water...

Elefanti alla pozza
Ghepardo - uno dei due fratelli



Questa settimana si è conclusa la mia esperienza come fotografa ma la settimana prossima ne inizia una nuova da ricercatrice. Spero di avere tante cose da raccontarvi la prossima volta

A presto,

Ale


cliccare sulle foto per ingrandirle, anche la risoluzione sarà migliore.

lunedì 28 ottobre 2013

Thanda - 2° settimana


La mia seconda settimana a Thanda è iniziata lunedì mattina prima dell'alba. La temutissima sveglia questa volta ha suonato alle 2:45. Alle 4:00 eravamo fuori, divisi in tre gruppi, a cercare leoni.
Il nostro scopo era quello di spostarne cinque da una parte all'altra della riserva. Qui i leoni sono troppi e non c'è equilibrio con il resto degli animali. Gli addetti ai lavori (abbiamo avuto una bellissima chiacchierata con Warren, l'ecologista che lavora qui) avevano già stabilito quali fosse meglio spostare e il nostro obiettivo era quello di avvistarli per poi avvertire la cavalleria che sarebbe arrivata con fucili e  sedativi. 
Come dicevo, siamo partiti alle quattro e lo abbiamo fatto sotto il diluvio universale e un freddo boia. Abbiamo girato a vuoto per più di tre ore poi finalmente, intorno alle 7:30, ne abbiamo trovati  tre che camminavano sulla strada in nostra direzione. Una gran botta di fortuna!  
Siamo riusciti a stargli dietro per qualche minuto, poi si sono infilati tra i rovi e gli alberelli del bush, il che ci ha obbligati a uscire fuori pista. Pian piano gli abbiamo seguiti e dopo un'altra mezz'oretta, sono arrivate tre macchine di cui una con il veterinario e Warren. Ci siamo fatti da parte per lasciarli lavorare.  Poco dopo siamo tornati a casa e finalmente sono riuscita a bere il primo caffè della giornata! Il tempo di riscaldarmi un po' e ci hanno chiamati di nuovo, questa volta per assistere una leonessa appena sedata, mentre loro provavano ad acchiappare gli altri. Il mio gruppo è stato diverse ore sotto una tettoia con quell'animale incredibile, così grande da vicino e così dolcemente addormentato, mentre un secondo gruppo è andato con i professionisti; il terzo cercava l'ultimo leone che mancava all'appello. Nel frattempo pioveva, pioveva e pioveva…
Dovevamo monitorare la leonessa in continuazione, controllare che non ci fossero movimenti di orecchie (anche i più insignificanti) perché poteva voler dire che si stava svegliando. La nostra guida gli ha comunque fatto un paio di richiami di tranquillante a distanza di un'oretta l'uno dall'altro. Nel primo pomeriggio il secondo gruppo è tornato vittorioso con altri tre leoni sedati che abbiamo messo insieme alla femmina. Alla fine anche il terzo gruppo è arrivato, sconsolato, frustrato e senza nessun risultato.
Ora bisognava spostarci tutti di qualche km dove c'è tuttora un grande "boma", un recinto appositamente preparato per loro, nel quale vivranno per diverse settimane, ovvero il tempo di abituarsi al posto e alla convivenza (devono fare più o meno amicizia tra loro). Si spera che una volta liberi non cerchino di tornare dove stavano prima. 
Era importante portarli nel boma tutti insieme perché una volta svegliati dall'anestesia sono confusi e vulnerabili. Portandoli uno ad uno la situazione sarebbe potuta degenerare e avrebbero potuto farsi molto male. Intorno alle 16:00 erano già nel recinto e si stavano riprendendo lentamente. 
Alle 17:30 eravamo a casa anche noi, distrutti, fradici, infreddoliti, soddisfatti. La mattina dopo abbiamo  saputo che durante la notte avevano trovato il quinto leone. Stanno tutti bene!

Leone dallo sguardo vuoto che si risveglia dall'anestesia

Martedì pioveva troppo ed eravamo tutti  provati dall'esperienza del giorno prima. Siamo rimasti a casa a preparare una lezione per dei bambini di prima media o giù di lì. Non ho capito bene come funziona il sistema scolastico sudafricano...


Mercoledì altra giornata niente male. La mattina è iniziata con un'uscita in macchina di tre ore. Ci siamo fermati a guardare una mandria di bufali quando all'improvviso sono sbucate dal nulla due leonesse con intenzioni bellicose ma qualcosa deve essere andata storta, la situazione si è ribaltata e sono state loro ad essere inseguite dai bovini. Una delle due è sparita nel bush mentre l'altra si è arrampicata su un albero, più veloce della luce. Lì è rimasta almeno per dieci minuti poi, i bufali più rilassati, è scesa ed è sparita anche lei. 
Nel pomeriggio seconda uscita. Abbiamo incontrato di nuovo le due leonesse ma questa volta sembravano veramente decise a cacciare. Inutile dire che le abbiamo seguite e il loro atteggiamento diventava sempre più sospetto. Poi non so cosa sia successo e soprattutto come sia potuto accadere ma ci siamo distratti! Qualcuno deve aver detto una stupidaggine, una battuta, o non so cosa. Fatto sta che le leonesse, che avevano sempre camminato sulla strada davanti a noi, erano sparite e non ce ne siamo accorti. Una distrazione di pochissimi secondi, cinque al massimo. Mentre noi, ignari di cosa stesse per succedere, pensavamo ai fatti nostri, un nyala è saltato fuori da un cespuglio e mentre era ancora in aria una leonessa l'ha placcato e fatto atterrare a meno di tre metri dalla nostra macchina. Ho ancora in testa il rumore dell'impatto: un botto fortissimo, che ha fatto gelare il sangue di tutti noi. Impressionante. 
In men che non si dica è arrivata anche la seconda che è rimasta lì a a guardare la scena per pochi istanti  per poi scaraventarsi su una coscia ancora scalpitante, mentre la prima premeva forte la bocca sul collo del povero animale per accelerarne la morte. E' stata un agonia che è durata diversi minuti e che mi ha vista spettatrice ammutolita. 
La sera, subito prima di rientrare a casa abbiamo avuto un incontro spiacevole con qualche elefante poco simpatico. Un po' di paura ma siamo tutti sani e salvi e non è successo nulla di grave.


Giovedì giornata carinissima e rilassante anche se è iniziata con l'autopsia di un bufalo di 11 mesi. Vi risparmio i dettagli.
La mattina siamo andati nella scuola di Mhlekazi, in un villaggio a circa un'ora di macchina dal nostro lodge. La classe è composta da una settantina di alunni di un'età compresa tra gli undici e i sedici anni e,  se non sbaglio, dovrebbe appunto essere l'equivalente della prima media. Abbiamo parlato degli ugly five ed è stato molto divertente. Quando ci siamo avvicinati all'uscita siamo stati letteralmente assaliti (un assalto dolcissimo) dai più piccini che facevano abbracci di massa e ci toccavano come fossimo alieni. Troppo forti. E' stato difficile andare via! 
Colazione in un lodge bellissimo vicino al villaggio e poi giro in barca nel lake Jozini, un grande e bel lago, a fare foto. C'era finalmente il sole! E' stato proprio piacevole. 

Venerdì mattina all'alba, una manciata di volontari ed io siamo partiti per le montagne del Drago. 
Siamo tornati lunedì sera e ho scoperto con gioia che la mia coinquilina ha lasciato inavvertitamente la porta aperta e una decina di scimmie sono entrate in camera decidendo che sarebbe diventata il loro bagno. Non solo hanno lasciato ricordini ovunque (persino sui muri), ma hanno anche fatto un festino con tutte le mie medicine...
Evviva! Yebo!



 

domenica 20 ottobre 2013

Fine settimana a St. Lucia

Appena tornata da un week-end a St. Lucia, piccola cittadina sulla costa che affaccia sull'oceano indiano, nonché patrimonio dell'UNESCO.
Sono state 48 ore interessanti ma sopprattutto rilassanti. Abbiamo sperimentato ristoranti locali e finalmente sono riuscita a mangiare un pò di pesce ma soprattutto verdure. Infatti, l'unica vera cosa che mi manca di casa è il cibo. Intendiamoci, non sono di certo una di quelle italiane che soffrono quando vanno all'estero perché non hanno lo spaghetto al pomodoro, anzi, sono sempre curiosa e aperta alla sperimentazione culinaria; è una delle cose che mi diverte di più in assoluto. Devo ammettere però che mangiare esclusivamente carne con mille salsine, dolcetti e schifezze varie non è una cosa alla quale sono abituata e il mio povero fegato mi sta chiedendo una tregua. Fortunatamente sono riuscita a fare una piccola spesa sana che dovrebbe aiutarmi a sopravvivere alla prossima settimana. 
St. Lucia è carina, come ho già detto è piccolina,ed è meta prediletta per chi ama andare a pesca. I sudafricani hanno una passione sfrenata per la pesca, sono famosi per questo. 
La costa è molto bella, spiaggioni interminabili e cavalloni. Purtroppo il tempo non era dei migliori perché questo è l'inizio della stagione delle piogge, ma a me questa nebbiolina piovigginosa piace tanto. 
Questa è zona e stagione di balene e alcuni miei "colleghi" hanno vissuto questa incredibile esperienza molto da vicino e io mi mangio le mani per non averlo fatto. Sarà per la prossima volta. 




In compenso, nel mio piccolo, invece delle balene ho visto gli ippopotami nel grande estuario di St. Lucia e sono contenta. Erano tantissimi! Incredibile pensare che degli animali dall'apparenza così pacifica siano degli assassini senza pietà, anche con gli esseri umani. Personalmente gli ho sempre trovati meravigliosi e dal momento che non devo avere un faccia a faccia con uno di loro mi sta bene così. 


Il cucciolo qui sotto era curiosissimo e ha passato almeno 20 minuti a girare intorno alla nostra barca con le sue faccette buffe, lontano dal suo gruppo e dalla sua mamma, cercando di studiarci. Inutile dire che siamo impazziti tutti.


Tra poco vado a letto. Mi finisco il bicchiere di pinotage e mi avvio.
Lo so, è presto, ma domani mattina la sveglia suona alle 2:45. Perché? Sarà una sorpresa! Spero che vada tutto come credo perché, se così fosse, si tratterebbe di qualcosa d'indimenticabile.

Ale

P.S.: Buon compleanno Monica!


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venerdì 18 ottobre 2013

Thanda - 1° settimana

La mia prima settimana a Thanda è quasi finita e finalmente sono riuscita a trovare un momento in cui la connessione sembra essere sufficientemente decente per caricare le poche foto che seguono. 
Mi trovo in una bellissima riserva nel KwaZulu-Natal, terra storica degli Zulu. Sono qui come volontaria, avrò diversi compiti ma  la mia mansione principale è quella di fare fotografie. Finora tutto quello che ho fatto era focalizzato esclusivamente sulla fotografia ma dalla settimana prossima le giornate saranno più varie e avrò altre cose da raccontare. 
Le giornate sono faticose (di solito iniziano alle 4:30 e finiscono alle 19:00) ma stare qui mi piace moltissimo e sono proprio contenta di aver preso questa decisione. 
I paesaggi sono meravigliosi ed è tutto abbastanza verde nonostante le vere piogge non siano ancora arrivate (la stagione sta iniziando adesso). 
In Sudafrica le stagioni sono invertite ed è proprio l'inverno il periodo di maggiore siccità. Il mese scorso, infatti, un'area vastissima del parco è stata devastata da un enorme incendio. Erano sul punto di evacuare il lodge dove mi trovo adesso ma fortunatamente sono riusciti a dominare le fiamme in tempo. Gli effetti sono stati comunque catastrofici e centinaia e centinaia di ettari di savana hanno preso fuoco come fossero cerini. L'estensione è impressionante, e me ne sono accorta bene ieri, quando abbiamo attraversato quell'area per la prima volta invece di girarci intorno come avevamo fatto le volte precedenti. 
La cosa più incredibile è vedere come gli animali stanno ripopolando la zona dove non c'è più nulla. Il kudu qui sotto, per esempio, se ne sta in mezzo agli alberi morti come se niente fosse. 


Siamo usciti una volta al giorno, di solito la mattina all'alba, ma non siamo stati sempre molto fortunati. 
Il secondo giorno abbiamo avuto l'incontro più piacevole: una leonessa con i suoi due cuccioli (dei ragazzoni cresciutelli ma belli come il sole) che camminavano lungo la strada come se stessero aspettando noi. Siamo riusciti a seguirli per circa un'ora e questa è un'emozione della quale non mi potrò stancare mai. 
Nella riserva ci sono due branchi di leoni, uno a nord e uno sud, e i responsabili del progetto mi hanno dato un fischietto per lanciare un SOS qualora dovessi avvistarli vicino a camera mia. Dubito che la cosa accadrà mai però, avendo la stanza a 5 metri dal recinto che separa il lodge dal resto del mondo, trovo che sia comunque rassicurante poter avvertire qualcuno se mai ne avessi bisogno!


Abbiamo sempre incontrato elefanti, cosa molto rara. Qui vive un'orda di più di venti individui con diversi cuccioli ma è più facile trovarne in piccoli gruppi.


La maggior parte delle uscite sono però state poco proficue per quanto riguarda gli animali. Poca roba, tempaccio, sfiga.
Ieri avevamo in programma un'uscita fotografica al tramonto ma pioveva e non si è potuto fare niente.  Abbiamo quindi raggiunto il gruppo dei volontari che fanno ricerca e che era in giro con il telemetro alla ricerca del segnale gps del radio collare di una femmina ghepardo con due cuccioli. Dopo più di due ore sotto la pioggia con una temperatura del cavolo, siamo tornati a casa sconfortati. 
Mi rassicura però il fatto di sapere che non mancheranno occasioni o tempo per riuscire a vedere finalmente uno dei miei animali preferiti in assoluto.

Che dire? Sto bene e sono contenta. Tutto è organizzato come si deve, con serietà e precisione.
Mi sento lontana anni luce dalla mia povera Italia. E dire che sto in Africa...
Sono in partenza verso la costa per un week-end di relax al mare. Suppongo che ciò sarà il tema del mio prossimo post. 

A presto! 

Ale


cliccare sulle foto per ingrandirle.

giovedì 10 ottobre 2013

Dubai

Mai nella vita avrei pensato d'iniziare un blog con un post del genere. A dire il vero, sono talmente snob e prevenuta che non avrei neanche mai pensato di finire a Dubai. Tutti quei motivi che spingono migliaia di persone a visitare questa città incredibile sono gli stessi che a me invece facevano gridare con orrore "per carità, mai nella vita!". 
E allora perché? Chi me lo ha fatto fare? 
Il tutto nasce da uno scalo lunghissimo che avrei dovuto fare, proprio qui a Dubai, per proseguire poi verso il Sudafrica. Devo ringraziare la mia mamma che ha avuto l'idea di prolungare lo scalo da 13 ore a 5 giorni. In fondo, mi diceva, proprio perché mai nella vita ci sarei venuta, poteva essere l'occasione giusta per visitare qualcosa di folle e per fare un colpo di testa last minute. Dopo un pò di titubanza eccoci qua e cosa decisamente inaspettata, non solo mi sono ricreduta ma questo posto mi piace moltissimo.
Dubai è molto più complessa di quanto potessi immaginare. Dietro la sua scorza di superficialità, follia,  i suoi turisti stromboli e cafoni, si nasconde una città molto più complessa e intrigante. 
Anche parlare con i suoi abitanti è estremamente interessante. Quasi tutti sono immigrati, moltissimi gli indiani, ma tutti quelli con i quali ho scambiato quattro chiacchiere sono felicissimi di vivere qui e sono molto devoti allo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum. Quest'ultimo viene descritto come una persona meravigliosa, un sovrano giusto, particolarmente intelligente e sempre all'ascolto dei suoi cittadini.  Interessante. 
Purtroppo è impossibile parlare con qualsiasi donna locale perché stiamo pur sempre negli Emirati Arabi e la condizione delle donne qui è molto diversa da quella occidentale. 
Le donne locali sono vestite di nero e sono tutte velate. Alcune portano il burqa, altre hanno il viso scoperto e quasi sempre sono belle da mozzare il fiato. Nulla vieta però di portare tacchi alti, di truccarsi o di portare accessori quasi sempre costosissimi. 

Al souk dell'oro
Le mille attività che offre questa città non sono frequentate solo da turisti ma anche dagli abitanti locali che approfittano di momenti ricreativi.

L'acquario all'interno del Dubai mall

pista di pattinaggio dentro al Dubai mall
Qui il lusso è sfrenato ma, aldilà di quanto potessi immaginare, raramente è kitsch. L'architettura è molto bella, tutto è nuovissimo (fino a pochissimi decenni fa era ancora quasi tutto deserto) e fatto molto bene. 
Di notte, poi, è pazzesco. Migliaia di luci trasformano Dubai in una città incantata ed è impossibile resistere al suo fascino. 


Esistono però anche quartieri più "autentici", meno turistici e soprattutto meno patinati che vale la pena vedere per capire come vive la gente comune. 


uno dei tantissimi cargo sul Creek, il canale che divide la nuova Dubai da quella vecchia.
Questi cargo fanno su e giù con l'Iran.
Insomma, più che bello direi molto ma molto fico.

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